Glorenza, perchè
prorpio qui?
A dire il vero non
vi erano motivi validi per fondare proprio qui una città, che si
sarebbe trovata minacciata dall'Adige, dal rio Ramm e dal rio Puni: corsi
d'acqua la cui portata oscilla paurosamente e che costituiscono un vero
pericolo soprattutto all'epoca dello scioglimento delle nevi ed in caso
di piogge persistenti. Inoltre d'inverno il monte Glurnser Köpfl
nasconde il sole già nel primo pomeriggio ed il famigerato "Oberwind"
venostano (il vento di tramontana) è spesso molto forte e spazza
tutta la conca scendendo dal conoide della Malser Haide. A ciò
bisogna aggiungere che l'importante via di comunicazione interregionale
passava a nord-ovest per Schuderns/Sluderno, Tartsch/Tarces e Mals/Malles,
non toccando Glorenza. Da ultimo non dimentichiamo che i più grandi
centri commerciali medioevali erano alquanto distanti e l'hinterland era
piuttosto povero.
E allora perché proprio qui?
Questa zona è ricca di gioghi e valichi alpini, non particolarmente
comodi da superare ma agevolmente praticabili dal traffico commerciale
medioevale. A nord si trova il passo di Resia e più avanti il Fernpaß
che conduce ad Augsburg; la posizione è anche ideale per raggiungere
il passo del Forno e il (leggendario) sentiero per Bormio che poi attraverso
la Valtellina conduceva a Como e Milano. Può darsi che il primo
insediamento sia sorto lungo un guado o nei pressi di un ponte che ancor
oggi separa la chiesa dalla città. Successivamente qui i principi
temporali e spirituali si fronteggiarono aspramente per affermare le loro
mire di potere politico ed economico. E a questo punto si rende necessario
un breve excursus storico per abbozzare sommariamente gli eventi ed i
nessi storici.
Durante e dopo i disordini dell'epoca delle invasioni barbariche, le antiche
marche confinarie romane vennero spesso assunte dalle diocesi, nel nostro
caso si trattava della Rezia prima il cui centro amministrativo era Coira,
l'attuale Chur in Svizzera. la val Venosta e Merano si trovavano quindi
a far parte della diocesi di Chur fino al 1818. In qualità di signori
territoriali i vescovi erano naturalmente interessati al mantenimento
e alla riaffermazione del loro potere politico ed economico. ma non avevano
le carte migliori e di ciò parleremo più avanti.
Vi erano poi i conti di Venosta, che più tardi sarebbero divenuti
conti di Tirolo, i quali pur essendo vassalli dei vescovi furono in grado
di accaparrarsi una fetta di potere sempre maggiore agendo senza scrupoli.
Si trattava di politici abilissimi che riuscirono a contenere efficacemente
l'influenza dei vescovi di Chur: Glorenza deve la sua fondazione proprio
alle loro mosse strategiche. Ma vi è un'altra famiglia comitale
il cui nome è inseparabile dalla storia di questa zona e i cui
fatti e misfatti sono presenti ancor oggi, dopo secoli, nella coscienza
collettiva della popolazione: i conti di Matsch. L'origine di questa stirpe,
citata per la prima volta agli inizi del XII secolo, è ancora avvolta
nel mistero; si trattava probabilmente di nobili reti che controllavano
questa importante regione alpina di transito. Inizialmente li troviamo
ancora al fianco dei vescovi di Chur, come scrupolosi balivi dell'abbazia
di Montemaria, ma in seguito se la prendono con Dio e il mondo, fanno
decapitare un abate saccheggiandone l'abbazia. Un conte di Matsch viene
strangolato da un cugino per averne molestato la moglie. la stirpe dei
Matsch si lascia travolgere da una faida familiare che si conclude solamente
con l'estinzione di un ramo della famiglia stessa.
I loro possedimenti comprendenti uomini, beni e privilegi si estendevano
dal lago di Como a quello di Costanza. Se per esempio soggiornavano a
Poschiavo, il comune doveva mettere a loro disposizione un pescatore o
in caso di bisogno un cacciatore che li aiutasse durante le loro battute.
In questa vasta regione possedevano anche alcune miniere. I loro manieri,
oggi ormai ridotti a rovine suggestive, si ergevano su morene e speroni
rocciosi quasi impraticabili in val di Mazia. Per tenere sotto controllo
questi signorotti spavaldi e per assicurare il transito attraverso la
val Venosta verso Merano, nel 1257 il vescovo Heinrich von Chur aveva
fatto erigere proprio all'imbocco della valle di Mazia il Castel Coira.
Inutilmente! Dopo solo 50 anni i signori di matsch, grazie ai loro intrighi
e alla loro brutalità, riuscirono ad insediarsi nel castello.
naturalmente i signori di Matsch erano presenti anche in Glorenza, di
cui furono i signori per un certo periodo - la torre Flurin era di loro
proprietà -, e frequentavano regolarmente anche le osterie. I loro
avversari erano sicuramente a conoscenza di questa loro abitudine: nel
1274 decisero di eliminare Egno von Matsch, detto "l'attaccabrighe".
Un certo Friedrich von Ramüs si era nascosto nelle cantine dell'osteria
insieme a sei altri complici; ma il piano era giunto alle orecchie di
Egno che irruppe in cantina sorprendendo quegli sventurati che ci lasciarono
la pelle - misfatto che tre anni più tardi però gli costò
la vita. Ogni anno nell'abbazia di Montemaria si dovevano dedicare due
giornate a Egno e suo fratello, detto "il ghiotto", in occasione
delle quali tutti i secolari della zona avevano l'obbligo di leggere una
messa e sicuramente avranno dovuto pregare molto per quei due fratelli!
Comunque ogni partecipante riceveva in cambio tre Groschen (denari) ed
il pranzo. Ancor oggi, una volta all'anno, l'abate del convento legge
una messa per la famiglia dei Matsch alla presenza dei conti Trapp, i
loro eredi. Quando il conte Gaudenz, l'ultimo dei Matsch, morì
nel 1504, lasciò un gran numero di figli illegittimi ma nessun
erede legittimi. E un notevole cumulo di debiti, tanto che i suoi eredi
dovettero addossarsi le spese del suo funerale.
Le origini di Glorenza sono legate proprio al contrasto di interessi di
potere dei vescovi di Chur, dei conti di Tirolo e dei signori di Matsch,
fatto che non le assicurava certo prospettive rosee.
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indice
Glorenza, perchè proprio qui?
Le origini e la prima fioritura
Catastrofe e ricostruzione
La decadenza
Un giro per la città
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