
Sac. Enrico
Villa
San Matroniano
nella leggenda
e nella storia
Documenti e note critiche
Milano
Basilica dei SS. Apostoli
e Nazaro Maggiore
1942-XX
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Le
ordinanze di San Carlo
San Carlo, sano riformatore, igienista, non tollera lo stato miserando
in cui versava la Basilica degli Apostoli. Emana ordinanze su ordinanze,
non v'è parte della Basilica che a lui sfugga. Numerose le ordinanze
della Visita avvenuta nel 1569.
La 52.ma ordinanza riassume ogni altra ed è bene conoscerla: «La
chiesa tutta di San Nazaro se incrosti (quindi sino allora aveva mantenuto,
anche internamente, il caratteristico mattone a vista) et poi ancora se
depinga nelli luoghi condecenti et ciò prima si faccia nella cappella
maggiore, nella quale si accomodi il coro et l'altare seguendo il disegno
qua inserto di Magistro Pellegrino Architetto...». Il disegno –
inserto – potrebbe essere la pianta della Basilica conservata nella
Raccolta Bianconi che il prof. Costantino baroni con motivi fondati attribuisce
al Pellegrini. Infatti da questa pianta risultano già studiate
e risolte le numerose ordinanze del mecenate.
Parecchie di queste ordinanze riguardano l'altare e la cappella di san
Matroniano.
Nella XX, XL, XXXXVII, fa levare gli altari di san Michele, di san Nazariolo,
di santa Mariola il titolo dei quali coi loro emolumenti ed obblighi fa
trasferire ex nunc all'altare di san Matroniano.
Nell'ordinanza III: «...A presso si ricorda che nella Cappella di
San Matroniano accanto al Corpo di esso Santo qual non è più
di due brazze sotto terra (per quel che ho inteso) vi stanno hinc inde
due sepolture molto contigue, tal che non so se sii bene tollerarl».
Nella XXXXIV: «La feradella che è sulla preda (pietra) di
sopra al Corpo di San Matroniano, si faccia più grande et si accomodi
che resti più elevata da terra a ciò non se gli calpesti
sopra et se intagli in detta preda il nome di San Matroniano».
Nella XXXXV: «Alla sodetta capella se gli provveda dal Capitolo
di paramenti, croce, candelieri et altre cose necessarie».
San Carlo fa sparire non pochi altari (che dovevano rassomigliare ai moderni
altarini) il titolo di parecchi dei quali, unisce all'altare di san Matroniano,
e si preoccupa che siano tolte delle sepolture poste accanto al sepolcro
dell'Eremita, e che si accomodi meglio la grata di ferro per lasciare
in mostra la pietra che ne ricopriva il Corpo.
Che due tombe fossero contigue a quella di Matroniano non meraviglia,
perchè in questo angolo creato dalle due navate gli scavi hanno
messo in mostra numerose tombe di diverse epoche ed a profondità
varia, delle quali alcune sono intatte, altre manomesse, le più
distrutte.
Il sottosuolo della Basilica, nessun angolo escluso, è costituito
da una fitta rete di sepolcri; sarcofagi di diverse dimensioni, avelli
ottenuti con lastre di sarizzo, verdoni, beole, tombe costruite con mattoni,
gallerie ad ampie dimensioni ripiene ancora di ossa, come confermano i
restauri compiuti negli anni 1828-1830 dall'arch. Pestagalli, nel 1854
rinnovandosi il pavimento del Presbiterio, e nei lavori di restauro che
si stanno conducendo. Le lastre ed i blocchi di sarizzo, che formano la
base degli imponenti pilastri esterni, non sono altro che resti di sarcofagi
o di avelli.
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