
Sac. Enrico
Villa
San Matroniano
nella leggenda
e nella storia
Documenti e note critiche
Milano
Basilica dei SS. Apostoli
e Nazaro Maggiore
1942-XX
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La
demolizione della vetusta cappella ad emiciclo.
Una circostanza, insignificante, indusse i Canonici della Insigne Chiesa
Collegiata di san Nazaro in Brolo a demolire la ormai vetusta cappella
ad emiciclo di san Matroniano per costruirne una, nelle loro intenzioni,
più decorosa.
"Inherendo il Ven.do Capitolo della sodetta Collegiata alla pia disposizione
del quandam Alaone Spinola Nobile Genovese fatta nel di lui testamento,
copia di che si conserva nell'Archivio nostro, che si dovesse fabricare
nella Collegiata nostra di S.Nazaro una cappella, o altare, valendosi
dell'espressione della parola honorifica, sotto il titolo de Santi Nazaro
e Celso, con obligo poi ad un Cappellano da essere eletto perpetuis temporibus
dal Capitolo nostro di S.Nazaro della celebrazione di Messa cotidiana
in esso, ed anco della di lui assistenza in Choro a Divini Offitii della
medesima collegiata.
Ma non esendosi poi doppo la morte del sodetto Spinola potuto a causa
della tenuità della lascita, che il sodetto Spinola fece per gli
effetti sodetti, che fu solamente de frutti di circa dieci sette luoghi
del Banco di S.Giorgio della città di Genova..., (segue una lunga
descrizione per dimostrare il passaggio dei frutti al Banco di S.Ambrogio
e come nel 1653 la cifra sommase L.8.000). Da che promosso il Capitolo
nostro, et Capitolarmente unito sotto il dì 2 settembre 1653, et
fattosi la proposizione del sodetto stato fu concordemente stabilito,
ed ordinato, come si vede nel libro delle Ordinationi del medesimo Capitolo
al foglio 126, che già la sodetta somma fu da Periti stimata sufficiente
per la fabbrica della Cappella come sopra, si dovesse da qui dar principio
alla sodetta disposizione, ma che stando il ritrovarsi li presente demolito
in detta Collegiata l'altare denominato S.Nazarolo et tramuttato in altro
con statua di S.Carlo con Croce avanti se, hora denominato S.Croce, ed
ancora di S.Carlo, che perciò restando tale sito, che veniva eletto
dal sodetto Spinola per la fabrica della sudetta sua Cappella preoccupati,
ne essendovene altro a proposito nella sodetta Collegiata, anco in riguardo
della fiachezza della fabbrica di esso, che quello ove si trovava all'hora
disposta la Cappella sotto denominatione di santo Matroniano fattavi costruire
già da Guglielmo Boccardi, nobile Milanese, come si vede nella
lezione del sodetto S.Matroniano del Matutino della sua solennità,
che esseguì ne tempi di S.Ambrogio Arcivescovo nostro, ove parimenti
entro l'altare della sodetta Cappella antica fu riposto il Corpo del medemo
santo Matroniano, qual fu poi solennemente trasportato et rimesso in questa
nuova. Venne pertanto ordinato, che questa, di che hora si tratta si fabricasse
nel sodetto sito, con che però in questa medema restasse memoria
del sodetto S.Matroniano; come anco se ne vede altra ordinazione al Libro
sodetto proprio di esse sotto il 9 giugno del seguente anno 1654 al fol.128.
Il sodetto Capitolo in riguardo delle premurose instanze de' scuolari
della scuola di S.Roccho eretta nella medema sudetta Collegiata fu promesso
alli medemi scuolari il potervi far aggiungere l'Immagine di S.Roccho
nell'Ancona dell'Altare.
Ed in tal conformità si diede poi principio all'opera sì
della fabrica della Cappella sodetta, come ancora della formazione dell'Ancona
et construzione della ferrata che la chiude... che principiossi del sudetto
anno 1653 et restò terminata nel 1654 con spesa in tutto di L.
91910.10.9".
In breve: il nobile genovese Alaone Spinola dispose di un lascito per
erigere una cappella dedicata ai SS.Nazaro e Celso da edificarsi ov'era
l'altare di S.Nazariolo. Trascorre alcun tempo per il passaggio dei beni
dal Banco di S.Giorgio al banco di S.Ambrogio. Nel frattempo si edificò
l'altare di san Carlo ov'era quello di san Nazariolo.
Quando i canonici decisero di attuare la disposizione dello Spinola non
essendovi posto in Basilica per il nuovo altare decisero di rinnovare
l'altare e la cappella detta di san Matroniano, abbattendo la vecchia
cappella ad emiciclo.
Per rispetto all'Eremita santo lo vollero ancora raffigurato nella nuova
tela, opera di Carlo Cane, accanto a Nazaro e Celso, ed anche san Rocco
non venne dimenticato per un senso di riguardo alle premurose istanze
dei Confratelli.
Si tentò, come si vede, di mutare il glorioso titolo di san Matroniano
con la nuova costruzione nel titolo dei santi Nazaro e Celso.
Se la disposizione del genovese Spinola rifletteva la divozione, diffusa
in tutta Europa, ai martiri Nazaro e Celso, - a Genova una via è
tuttora denominata S.Nazaro - non si comprende perchè egli volesse
porre accanto all'altare maggiore, che racchiudeva le spoglie di Nazaro,
un altro altare dello stesso titolo.
Infatti la nuova cappella continuerà ad essere chiamata di san
Matroniano, ed il titolo non muterà.
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