
Sac. Enrico
Villa
San Matroniano
nella leggenda
e nella storia
Documenti e note critiche
Milano
Basilica dei SS. Apostoli
e Nazaro Maggiore
1942-XX
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APPENDICI
IV - Ricognizione ed indagine medico legale del Dott. Prof.
Giovanni Judica, Docente di Medicina Legale nella R. Università
di Milano
Il giorno 30 novembre 1941 nel Palazzo Arcivescovile S. E. Rev.ma il Cardinale
A. I. Schuster Arcivescovo di Milano, ci affidava, per l'indagine medico
legale numerosi resti ossei ridotti a frammenti i primi in un vaso di
vetro deposto in un'urna di bronzo misurante di lunghezza cm.30 di larghezza
cm.20 e di altezza cm.17 con la scritta sul coperchio: D. MATRONIANI HEREMITAE
CORPUS RECOGNITUM RENOVATO SACELLO MDCLVII, i secondi in un bacile di
terracotta verniciata.
Aggiungeva ancora, l'Eminentissimo, a maggior chiarimento, che i resti
ossei erano appartenuti in vita a S. Matroniano Eremita e che erano stati
rinvenuti sotto ad un altare nella Basilica dei SS. Apostoli e Nazaro
M. in Milano.
Esame del terriccio e altro materiale contenuto nel bacile di terracotta
verniciata
Il minutissimo esame del terriccio di colorito nerastro e del materiale
contenuto nel bacile di terracotta verniciata, ci ha permesso di estrarvi
numerosi piccoli frammenti ossei; dei denti, di cui alcuni con la sola
corona conservata; inoltre degli oggetti, a forma grossolanamente conica,
di colorito verdastro riferibili, con tutta probabilità, a fermagli
di rame appartenenti alle vesti del Santo, ed attualmente trasformati
in sali di rame per azione dell'umidità.
Accanto a questi oggetti ci è stato dato di rinvenire dei brani
di seta di piccole dimensioni e senza aspetti particolari.
Con tutta verosimiglianza il terriccio, per le qualità e caratteristiche
esterne dei frammenti e dei denti, è da ritenersi lo stesso che
avrebbe custodito il Santo in sepoltura e che, in seguito, separati i
frammenti più grossi, sarebbe stato deposto nel bacile accanto
all'urna di bronzo.
Resti ossei ridotti a frammenti
Stato generale delle ossa
I frammenti ossei sono di colorito grigio nerastro, numerosissimi, mal
conservati, molto friabili, così che, al solo toccarli, si riducono
in polvere. Sono leggeri porosi, ed alcuni, infine, hanno colorito biancastro
per la completa trasformazione del fosfato di calcio in altri sali di
calcio, specie in triplofosfato con i tipici minutissimi cristalli.
Sembrerebbe che molta parte di questi piccolissimi resti ossei abbiano,
prima di essere posti nell'urna, soggiornato per molto tempo in ambiente
umido, anche se difesi da opportune misure per l'isolamento.
Da un esame minuto scartando rigorosamente e generosamente i frammenti,
che potevano far sorgere dubbi, abbiamo potuto procedere ad una classifica
di essi, classifica che riteniamo attendibile, se non altro, per la scrupolosità
con cui venne eseguita.
Elenco delle ossa
CRANIO - N.27 frammenti di cui è impossibile, per la loro estrema
piccolezza, rilevare a quale precisa parte del cranio essi appartengono.
DENTI - Si tratta di denti permanenti, in numero di venti, alcuni privi
di radici, altri con le sole corone; il loro colorito è bianco
giallastro; sono facilmente sgretolabili per calcinazione, ed infine immuni
da carie.
Le cuspidi sono assai ben evidenti e solo taluno dei denti, ha qualche
zona della superficie masticante usurata.
Volendo figurare in modo schematico i denti, secondo poteva essere la
loro disposizione sulle arcate dentarie del Santo, potremo esprimerci
col seguente grafico solitamente usato per le classificazioni:
07654021 12045670
--- --- --- --- --- -----
07654000 00045670
VERTEBRE - N.19 alcune ben conservate nella loro struttura esterna, specie
le toraciche, ma tutte prive delle apofisi.
SACRO - Qualche frammento.
CLAVICOLA- un frammento non ben identificabile se appartenente alla clavicola
di sinistra o di destra.
SCAPOLA - Un piccolo frammento.
COSTE - Sono presenti 18 frammenti di forma e grandezza varie, ma non
superanti i 2-3 cm. di lunghezza.
ARTI SUPERIORI - Sono presenti 23 ossa delle mani di grandezza varia,
alcune, mal conservate, ed appartenenti al corpo altre meglio conservate
appartenenti al metacarpo e alle dita.
PELVI - Alcuni piccoli frammenti, ma di discreto spessore non consentono
di stabilire a quale osso della pelvi appartengano. Frammenti n.8.
ARTI INFERIORI - Sono presenti 15 ossa, mal conservate, dei piedi ed appartenenti
al tarso e metatarso.
Non è possibile per il loro cattivo stato di conservazione (erosioni
notevoli dei margini esterni) una precisa classifica.
Abbiamo inoltre radunato un copioso numero di frammenti di ossa lunghe,
frammenti di cui però non è possibile una precisa classifica
a causa, non tanto del loro stato di conservazione, quanto per le loro
troppo esigue dimensioni.
Poiché ci troviamo nella necessità forzata di utilizzare,
in particolare in questa ricognizione, metodi di esame di cui ancor oggi
è discussa da taluni la validità ed attendibilità,
nell'ambito della applicazione pratica, è ovvio come, per ragioni
di prudenza, non sia possibile dare ai dati ricavati quel valore di assoluta
certezza che sarebbe desiderabile.
Tuttavia se certezza assoluta non possiamo avere dai vari rilievi singolarmente
esaminati, da essi però considerati, per così dire, in funzione
reciproca e secondo quanto anche scaturisce dal giudizio che nasce dallo
studio, crediamo poter ricavare argomentazioni ed emettere giudizi di
alta probabilità, assai vicini cioè al vero e più
che sufficienti e soddisfacenti per un genere di ricerche come queste.
Ciò posto risponderemo agli ormai classici quesiti che solitamente
si formulano a conclusione delle indagine medico legale nel seguente modo:
1) Tutti i frammenti dei resti ossei appartengono senza alcun dubbio alla
specie umana.
2)Uno sguardo complessivo alla configurazione di taluni frammenti, ai denti
ecc. ecc. ci consentono di poter affermare che i frammenti dei resti ossei
appartengono ad individuo di sesso maschile.
3) La friabilità straordinaria, la porosità ed il colorito
dei resti ossei deporrebbero verosimilmente per resti di un cadavere inumato
da parecchi secoli. Come è facile intuire non è possibile
fare una valutazione precisa circa il tempo a cui risale l'inumazione
stessa essendo tali e tante le influenze d'ordine fisico-chimico che possono
modificare il processo di riduzione organica, (natura del suolo, umidità,
temperatura) che una risposta in merito non avrebbe che una lontana probabilità
di esattezza.
4) I resti ossei sembrerebbero non essere mescolati con le ossa di altri
individui anche perché non ci è stato dato d'incontrarci
con frammenti in doppio esemplare. La quantità di essi inoltre
conferma la nostra asserzione.
5) In mancanza di ossa lunghe da quanto è possibile ricavare dalla
misurazione delle vertebre, riteniamo che la statura del Santo eremita
si aggirasse intorno ai m.1,62-1,60.
6) Per lo spessore delle ossa craniche, per la modica usura delle cuspidi
dei denti, per la mancanza di carie, per l'assoluta assenza dei denti
della sapienza (a meno che essi siano andati perduti), per i caratteri
dei denti stessi nel loro insieme, riteniamo che il Santo sia deceduto
quando trovavasi nell'età media della vita (30-40 anni?). A causa
della fragilità estrema delle ossa non è stato possibile
procedere all'esame istologico secondo il metodo Balthazard e Lebrun,
metodo che come è noto è di notevole ausilio nello stabilire
l'età attraverso le misurazioni dei canali di Havers.
7) Per la mancanza di necessari riferimenti non è possibile, in modo
anche approssimativo dare un cenno intorno a quelle che potevano essere
le caratteristiche fisiche del Santo.
NOTA - Per permettere la ulteriore conservazione delle ossa abbiamo proceduto
alla immersione dei frammenti in un liquido fissativo.
Milano, 1 maggio 1942.
Dott. Prof. G. Judica
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